Modello Didattico Tripartito

Il miglior modello educativo per sviluppare al contempo conoscenze, abilità e competenze.

Il nostro innovativo
modello didattico

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Didattica Trasversale

Permette agli educatori di tutte le materie di affrontare il tema comune e sviscerarlo da tutti i punti di vista sviluppando una buona visione generale. I ragazzi ricevono un’infarinatura generale sul tema dell’etica e delle sue implicazioni ed esprimono la loro idea esercitandosi a difenderla ed esporla in modo persuasivo.

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Didattica Laboratoriale

Permette ai discenti di sperimentare il tema affrontato applicandolo a qualcosa di tangibile, quindi con il tema dell’etica ad esempio i ragazzi divisi in gruppetti mettono le fondamenta di uno stato etico ideale, in cui ci sarà un allievo che si occupa delle leggi, chi del sistema sanitario, chi di quello economico e così via.

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Didattica Verticale

Permette di consolidare l’aspetto nozionistico in modo da crescere adulti capaci e credibili, quindi con il tema dell’etica i ragazzi studieranno i maggiori filosofi e le leggi dello stato italiano.

Sembra complicato? Semplifichiamo il concetto con un esempio!

Non ce ne vogliano nè i pedagogisti, nè i tecnici sportivi, ma credo che renda l’idea.
Il diritto di Roger Federer è uno dei gesti sportivi più eleganti e più efficaci della storia dello sport e concorrono nella sua esecuzione 3 aspetti:

  • le abilità atletiche, come la coordinazione, la reattività muscolare, la mobilità articolare, la coordinazione oculo-manuale e tante altre ancora.
  • la conoscenza della giusta esecuzione tecnica del colpo
  • la competenza di giocare con la stessa efficacia o quasi il diritto in qualsiasi situazione di gioco o di stress psicofisico gli si presenti.

Allo stesso modo ogni studente non può concentrarsi solo su uno di questi 3 aspetti durante l’apprendimento, perchè se si concentrasse solo sulle abilità o solo sulle conoscenze oppure ancora solo sulle competenze, non potrebbe mai esprimere il proprio massimo potenziale e, se fosse un tennista, non potrebbe mai tirare fuori un dritto alla Federer.

Lo studente deve lavorare contemporaneamente:

  • sul valorizzare le proprie abilità innate, siano esse logiche, comunicative, analitiche o altro
  • sulle competenze trasversali come la gestione del tempo, la flessibilità, il pensiero laterale, la resilienza.
  • sulla conoscenza delle materie di studio per capire quali incontrino i suoi interessi e costruire nel tempo quelle che vengono definite le hard skills o competenze tecniche

Un metodo ideato per un semplice motivo: risolvere problemi.

Quando abbiamo ideato il nostro modello didattico volevamo risolvere un problema, ovvero conciliare lo studio con gli impegni extrascolastici dei nostri iscritti. Volevamo davvero trovare una soluzione, perchè crediamo fermamente nell’importanza pedagogica di accumulare il più ampio e vario bagaglio di esperienze possibili per i ragazzi.

L’idea era di analizzare i risultati nei test di competenze dei modelli didattici che avevano abbandonato i compiti a casa, sostituendoli con i progetti e siamo rimasti colpiti nel vedere la Finlandia tra i primi posti della graduatoria europea.

La peculiarità della direzione che ha preso la didattica FInlandese consiste nell’apprendimento per fenomeni, perché il processo di apprendimento tramite fenomenologia, quando si porta avanti un laboratorio didattico, permette di allenare diverse competenze allo stesso tempo: dalle competenze linguistiche e quelle logiche, dallo sviluppare connessioni, al ricercare informazioni, scremarle con senso critico, alla creatività, l’empatia e al pensiero laterale, ovvero la capacità di trovare soluzioni non convenzionali per risolvere i problemi che si presentano.

Ci siamo innamorati subito di questo metodo, ma volevamo ancora di più per i nostri ragazzi e che ci fossero armonia ed equilibrio assoluto nello sviluppo di abilità, conoscenze e competenze; quindi, proseguendo i nostri studi, abbiamo preso ispirazione dalla glottodidattica e abbiamo studiato fasi specifiche adatte ad ognuno di questi aspetti fondamentali.

Approfondisci le fasi del nostro modello tripartito

La prima fase del modello tripartito è trasversale e ispirata alla didattica anglosassone. Essa permette ai ragazzi di avere un piccolo momento di riscaldamento durante il quale viene presentata una macrotematica, attraverso i periodi storici, le materie di studio, un articolo di attualità o una riflessione. Qualche tempo fa ad esempio abbiamo ragionato sui concetti di autorità, autorevolezza e leadership. Abbiamo prima ascoltato le idee dei ragazzi su queste parole, poi abbiamo approfondito con l’analisi etimologica e di grandi esempi della storia e in ultimo abbiamo visto l’intervento di un grande direttore d’orchestra che ha spiegato i diversi tipi di leadership, confrontando diverse tipologie di manager e direttori d’orchestra.

L’obiettivo in questa fase è stabilire un rapporto con i ragazzi, farli ragionare all’interno di un contesto e prepararsi alla seconda fase.

Nella seconda fase si lavora con la didattica laboratoriale, ispirata proprio a quella finlandese di cui abbiamo parlato prima. Questa serve per mettersi in gioco, ragionare fuori dagli schemi e trovare soluzioni alternative, imparando a mediare e raggiungere compromessi con i compagni di gruppo. Questa fase sviluppa l’intelligenza sociale e allena i ragazzi nelle loro competenze organizzative e progettuali; infatti, entro la fine della settimana, i ragazzi sono chiamati a preparare una presentazione davanti ai compagni, rispettando i punti di una checklist assegnata, come se fosse sul posto di lavoro.

Su autorità, autorevolezza e leadership ad esempio siamo partiti da un gioco-dibattito con specifiche regole per allenare capacità comunicative, logiche e analitiche e i ragazzi hanno avuto modo di scoprire che la leadership era diversa da come se l’erano immaginata e soprattutto non c’entra nulla con il parlare più forte o sopra gli altri.

I ragazzi hanno poi lavorato a una video-presentazione in cui hanno ragionato sui temi affrontati e portato un esempio di leader positivo preso dal programma ministeriale e spiegato perché quel personaggio avesse attirato la loro attenzione.

In ultima fase abbiamo la didattica verticale italiana, in cui i ragazzi divisi per classi anagrafiche affrontano gli argomenti dei programmi ministeriali, per arrivare pronti agli esami di idoneità alla classe successiva con una rinnovata consapevolezza.

Per eliminare il concetto di verifiche e compiti abbiamo introdotto dei test dell’attenzione alla fine di ogni lezione, non per valutare i ragazzi ma per monitorare la nostra maggiore o minore capacità trasmettere le nozioni, in modo chiaro per tutti. Nel caso 2 o 3 test di fila della stessa materia andassero male da noi non ci sono né drammi né insufficienze, ma semplicemente il ragazzo viene invitato a fermarsi al pomeriggio a lavorare con il proprio docente e riguardare gli argomenti trattati assieme.

La Scuola deve evolversi al passo con il nostro Mondo

Tutto questo perché crediamo che il mondo, il mercato del lavoro e la società stiano cambiando in fretta e così anche la Scuola non dovrebbe essere statica e preparare una strada già percorsa per i nostri ragazzi, ma piuttosto allenarli ad essere pronti ad affrontare qualsiasi strada il futuro gli riserverà, sia essa in salita, piena di tornanti o un grande rettilineo in discesa.

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